sabato 2 settembre 2017

Per chi suona la campana?

"Sto pensando che abbiamo perso, e che abbiamo davanti tempi brutti, e mi chiedo: che cazzo ci farò con il resto della mia vita?" Ho sbattuto su queste parole, alla fine del primo capitolo di Skagboy il prequel di Trainspotting, poco dopo aver letto quelle pronunciate dal Teschio del Viminale. " ho temuto per la tenuta democratica del paese". E sono sempre più convinto che la grande crisi economica del decennio ci lascerà in eredità una nuova, epocale sconfitta, al posto della quasi facile vittoria che era sul piatto. Chiudere la parentesi di una evidente, spettacolare crisi del modello di voracità del capitalismo finanziario, con un odioso ripiegamento alla caccia al poveraccio. La vittoria culturale della destra più fascista senza neppure il vantaggio di metterla, come sta succedendo negli Stati Uniti, alla prova della sua naturale inefficacia. Perchè qualcuno mi deve spiegare in che cosa il muro di Trump o i reticolati di Orban si differenziano da Minniti, a parte il cruccio di Crozza. Badate, io la paura dell'immigrazione la capisco, capisco le motivazioni sociali dei poveri e dei senza casa italiani che non vogliono dover entrare in competizione con gli sfigati pellenera per i brandelli di welfare rimasti, dei disoccupati, sottooccupati e scoraggiati che non vogliono concorrenti nella corsa ai 5 euro l'ora che sembra il massimo che uno dei paesi del g7 sia in grado di offrirgli, delle donne che fantasmizzano lo stupro interraziale per non pensare a quello interfamiliare, che statisticamente sta in un rapporto di uno a cento. Ma, appunto, se non vogliamo, se non volete, ridurvi, al cruccio. Io l’ho ripetuto per un anno, come un mentecatto, ricordatevi di Oxfam. Ve lo state dimenticando. Nel mondo otto persone detengono la ricchezza equivalente a quella dei tre miliardi e mezzo più poveri. I poco più di duemila miliardari in dollari della lista di Forbes, valgono quasi 8 trilioni di dollari. Quattro anni di Pil del nostro paese intero. Quattro volte il nostro debito pubblico. 400 anni di manovre di austerità da 20 miliardi l’anno. E il problema sono i migranti? E’ con loro che dovete battervi per uno straccio di casa popolare? Per un lavoro pagato il giusto? Per la tenute democratica del paese? Ecco se non siete d’accordo con me ma con il Teschio del Viminale, se vi resta solo il cruccio, quella frase di Irvin Welsh, che commenta la sconfitta dei minatori inglesi al tempo della Thatcher, è una campana che suona per voi, non solo per me.

4 commenti:

  1. Debbo constatare con infinita amarezza che, anche fra cari amici insospettabili, c'è una dolorosa (per me) adesione al razzipensiero: i negher ci rubano soldi e posti di lavoro ed eventualmente sono stupratori di femmine bianche. E' tragico constatare che persone che fino a ieri consideravo dabbene, scelgano la strada più comoda, si rivelino così vuote da dover aderire con questa veemenza ad una semplificazione che libera loro la mente ed il cuore da considerazioni più faticose o, anche più semplicemente, complesse. In nessuna idea fiorisce il nulla che ti instilla chiunque.

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    1. Infatti il problema è la facilità. E non è per caso che chi sta orchestrando questa cortina di fumo acre l'abbia scelta come gigantesca distrazione di massa dalle loro colpe

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  2. Sentendo la frase di Minniti l'ho immediatamente tradotta così: "se i razzisti e i nazisti fomentano il razzismo e il nazismo nella popolazione italiana, io mi do da fare per bloccare i negri", ergo "ho completamente ceduto al ricatto neonazista". Senza assolutamente porsi il dubbio e la fatica di uno straccio di analisi della situazione.
    Ma poi ho visto tutti (proprio tutti) i media inneggiare al Bravo Ministro.
    E ancora una volta, come spessissimo in questi ultimi mesi, ho pensato "abbiamo perso".

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  3. Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare"

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