venerdì 4 novembre 2016
Sognando California?
Quando l’ho vista in metropolitana ho pensato che in lei c’era qualcosa che non andava. Il velo fucsia sul capo e la felpa su cui spiccava ripetutamente il nome Barbie. Fai pace col cervello, ho pensato.Il velo e il nome della bambola, simulacro del corpo umano e quindi proibito dalla fede, che si presenta agli occhi delle bimbe occidentali, nuda come Mattel l’ha fatta e con quei capelli al vento. Poi ho provato a fare un passo più in là a immaginare una sua figlia, la ragazza era giovane, e a chiedermi se la contraddizione si sarebbe risolta nella sua vita a favore del velo o della bambola. E poi ancora a pensare che quella contraddizione fosse anche una speranza che noi qui, e solo qui, siamo in grado di fornire a quella ragazza. La speranza che la battaglia dei valori la si vinca noi. Io ci credo tanto in quei valori. A differenza di ogni xenofobo che li pensa deboli e pronti alla resa. Ci credo a quello che ho visto succedere nel corso di una sola vita. E proprio perchè ho avuto la fortuna di vivere sulla spuma dell’onda più alta, posso guardare indietro nel cavo della mia. Che so alle 60mila persone, due terze donne, bruciate vive per stregoneria dalla nostra religione d’amore. Fino al 1782 un soffio prima della Rivoluzione. Nella storia appena ier l’altro. Per cui sì, ragazza, velo e Barbie è già qualcosa. Rema!
5 commenti:
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Se ci fosse un po' di vento, alla via così!
RispondiEliminaIn mancanza, soffiamo!
RispondiEliminaBravura pura!
RispondiEliminaPer me, che non ho maestri, un modello di scrittura e pensiero.
Troppo buono
EliminaPacato, profondo, giusto.
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