Margaret Thatcher ha un posto particolare nel mio pantheon dell’infamia, totalmente riassumibile in quella frase sulla società, architrave di quello che un geniale italiano avrebbe poi chiamato edonismo reaganiano, la migliore definizione di quello che abbiamo vissuto negli ultimi 37 anni, della forza travolgente, ciclonica che ha abbattuto perfino il comunismo. Ad oggi ovviamente non so nulla del posto, neppure se avrà un posto, e in che pantheon di Theresa May. E però quest’altra frase, su cui si sono avventati i commentatori di mezzo mondo, citando la seconda parte isolata dalla prima, mi intriga da matti.
Perchè ne è il rovesciamento. E nella desolante deriva del pensiero “ufficialmente” di “sinistra” ormai sono ridotto a cercare, con il tradizionale lanternino, i sintomi che qualcosa si muova dall’altra parte, perchè troppo, troppo in là ci eravamo spinti seguendo le parole della lady di ferro. Per questo la frase mi intriga, come mi ha intrigato la Brexit, come mi intriga la difesa nazionalista dei salariati francesi da parte della Le Pen, e come mi intriga quella di Donald Trump. Mica sono scemo. Lo so, l’ho studiato che i fascismi nacquero proprio, meglio anche, così. Presentandosi come difensori dei diritti del proletariato che aveva combattuto nelle trincee ed era stato tradito dalle elite, fino ad arrivare all’ossimoro demoniaco del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi. Ma qui manca un tassello decisivo. Quelli nacquero per la paura, la tremenda paura, che lo spettro, che avevano fatto levare in Europa in quella strage, si stesse prendendo il mondo partendo da Leningrado. Qui, oggi,lo spettro è sbiadito nell’ectoplasma che non risponde più nemmeno al medium. Siamo alla teorizzazione della naturalità del sistema oligarchico, al disprezzo perfino per i contrappesi illuministi che ci riporta alla maledizione di Rousseau. Sarete liberi solo nei 5 minuti del vostro voto. La sinistra è ridotta ad un Crozza senza talento, capace solo di imitare con dieci, venti, trenta anni di ritardo la destra.E allora se è la destra a sentire, annusare, che non se ne può più. Se De Benedetti capisce, con tanti anni di ritardo, e grazie alla sua sottovalutazione di Trump che la globalizzazione è stata la trappola fatale delle democrazie, che sono e restano nazionali, bene: forse “questa” paura rimetterà in moto il pendolo. Magari partendo da uno scambio di iniziali. MT. TM.
martedì 11 ottobre 2016
Ossimori e palindromi
4 commenti:
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Riassumendo: avete voluto la bici ( globalizzazione totale) ???? Adesso pedalate e zitti!!!!!
RispondiEliminaRiassumendo: avete voluto la bici ( globalizzazione totale) ???? Adesso pedalate e zitti!!!!!
RispondiEliminaMay Theres Therese May.And for we all it may be, we hope so
RispondiEliminaGiorgio Gaber in una splendida quanto amara canzone si chiedeva cosa fosse la destra e cosa fosse la sinistra. Categorie ormai inutili quanto illusorie. Parliamo invece del potere oligarchico e del bene comune. Forse capiremo meglio cosa vogliamo veramente. Torniamo ad Hobbes e al patto sociale. L'uomo è un animale violento e sanguinario.
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